È l’ora dell’aperitivo. Per rendere l’attimo perfetto manca soltanto un fresco e brioso calice di Franciacorta, un vino giallo paglierino dai riflessi dorati ottenuto dall’incontro tra le uve nobili del Chardonnay e il sapore inconfondibile del Pinot Nero e del Pinot Bianco. Un incontro magico dal quale possono nascere, poi, diverse qualità di spumante: il Satèn, il Rosè, il Millesimato, il Riserva, il Brut ma anche vini fermi come il Curtefranca DOC e il Sebino Igt.
Parliamo di un vino, il Franciacorta, con delle origini importanti che non tutti conoscono.
Diversamente da ciò che molti hanno sempre sostenuto, infatti, la storia di questo spumante ha delle radici piuttosto lontane che nulla hanno a che vedere con la viticoltura moderna.
Lo storico medievalista Gabriele Archetti è riuscito, per l’appunto, attraverso i suoi studi, a smentire chi intendeva collocare la nascita del Franciacorta intorno ai primi anni Sessanta del Novecento dimostrando come, invece, le sue viti fossero presenti e ampiamente coltivate in prossimità del Lago d’Iseo, a poca distanza da Brescia, già prima dell’anno Mille, assegnandogli dunque una provenienza tutta medievale.
Le ricerche di Archetti hanno investito l’intera storia dell’omonimo territorio Franciacorta fino ad arrivare a dimostrare che, come riportato da un documento risalente a un medico bresciano del Cinquecento, all’epoca esisteva già un vino particolarmente vivace e frizzante, definito mordace, che si è guadagnato, a pieno titolo, la nomina di antenato del nostro attuale e amato Franciacorta. Una teoria decisamente affascinante che, tuttavia, oggi riconosciamo come assoluta conferma storica.
Quando si tratta di Franciacorta, non si ha a che fare con un semplice spumante, bensì con una vera e propria esperienza sensoriale, un viaggio in un sapore autentico. Un viaggio da condividere e da ripetere ancora e ancora.







