Erroneamente tendiamo a credere che il vino rosato sia nato in tempi recenti. In realtà non è così: molti dei primissimi vini in Grecia e Massalia erano rosati. Si trattava di bevande leggere, nate dalla miscela di uve bianche e rosse combinate insieme per restituire dei sapori unici nel loro genere.
Anche se il succo ottenuto da loro era disidratato e altamente tannico, lontano dai vini rosati di oggi, queste bevande si diffusero velocemente in tutto il Mediterraneo e si affermarono particolarmente nell’antica Francia. Decennio dopo decennio, il vino rosato divenne un vin de soif, ovvero un vino pensato per dissetarsi.
Questo fino a due momenti cruciali: la nascita dei vini rosati portoghesi Mateus e Lancers, economici e particolarmente liquorosi, e quella del vino rosato americano Zinfadel, con caratteristiche similari.
Questi vini vennero inizialmente snobbati: considerati senza identità, non venivano mai serviti ai bevitori esperti e non venivano neanche considerati dai sommelier. Proprio questa “emarginazione” fu però la loro fortuna: iniziarono infatti a spuntare sugli scaffali dei principali bar europei e americani. Il vino rosato divenne, insomma, un prodotto popolare e cominciò a essere sempre più richiesto.
Nel 2000 ci fu un vero e proprio boom: le località turistiche e balneari iniziarono a servirlo anche nelle occasioni più importanti e diverse celebrità cominciarono a produrlo (tra cui Angelina Jolie, Brad Pitt e Drew Barrymore).
Per realizzare i vini rosati più pregiati si possono usare uve rosse con colori non particolarmente interi, utilizzare prevalentemente uve bianche o utilizzare entrambi i tipi d’uva: tutte le combinazioni sono ammesse, a patto che la bevanda abbia infine un gusto delicato e morbido che possa essere esaltato da una temperatura ghiacciata.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, i vini rosati sono molto versatili: sono ottimi con antipasti di pesce ma anche con risotti, salumi e carni bianche. Possono essere serviti anche accanto alla frutta e ad alcuni dolci.