Un pasto non può dirsi completo se non è valorizzato da un buon bicchiere di vino.
Fermo o frizzante, rosso, bianco oppure rosato, il vino, oltre a rappresentare un validissimo accompagnamento ai diversi piatti di portata, è utilizzato spesso e volentieri anche nella preparazione di molte pietanze.
L’usanza di impiegare il vino come ingrediente nelle ricette di cucina si fa risalire già ai tempi degli Etruschi e degli antichi Romani. In assenza di elettrodomestici come frigorifero e congelatore, infatti, a quell’epoca il vino era utilizzato come conservante per gli alimenti, in particolar modo per la carne, che veniva appunto messa a bagno nel vino e vi restava per molte ore, a volte anche per più giorni. Era, questa, la tradizionale tecnica culinaria della marinatura, ancora oggi assai diffusa nella preparazione di svariati cibi.
Oltre ad essere un ottimo conservante per la carne, poi, il vino era utilizzato anche in fase di cottura per renderla più saporita. Si pensi per esempio all’attuale brasato – cucinato lentamente in poco liquido di cottura costituito appunto dal vino e aromatizzato con spezie – e allo stracotto che, cotto per diverse ore nel vino rosso, è di una tenerezza assoluta.
L’idea di cuocere la carne impiegando il vino al posto dell’acqua nasceva ovviamente da motivi prettamente legati al gusto. Saporito e succulento, infatti, il nettare caro al dio Bacco conferiva alle pietanze un aroma inconfondibile. Ecco quindi che il vino si diffuse molto presto anche nella preparazione di zuppe, minestre, verdure, fino a comparire anche nelle ricette di svariati dolci.
In particolare, il vino bianco, fresco e leggero, è indicato nella preparazione di chiare e pietanze a base di pollo o pesce, nonché nella preparazione di torte e dolci, soprattutto quelli a base di frutta. Il vino rosso, invece, dal sapore più corposo, si adatta maggiormente alla preparazione di salse, zuppe scure e carni rosse.