L’assenzio (in tedesco wermut) è una pianta benefica dal sapore amaro intenso: è proprio la sua amarezza a renderlo un digestivo e uno stimolante dell’appetito e a farne l’ingrediente fondamentale del vino macerato e liquoroso che ha preso il nome di Vermouth.
Il Vermouth nella storia
Utilizzato da migliaia di anni come bevanda medicinale, il Vermouth nella sua composizione basica pare fosse già conosciuto nel periodo greco e facesse parte dei vini ippocratici.
Nella raccolta di La medicina e le piante medicinali di Plinio il Vecchio si trovano scritte le ricette di vini aromatizzati alle erbe. Queste bevande venivano consumate per stimolare e favorire la digestione, veri e propri preparati farmacologici che si utilizzavano in occasioni speciali per curare particolari sintomatologie.
Gli scritti più recenti si ritrovano in Toscana e risalgono alla metà del 1700 questi ultimi testimoniano l’uso dell’assenzio macerato nel vino.
Con l’aggiunta delle cime fiorite della pianta di assenzio e grazie al tempo di macerazione infatti, il vino acquisisce tutte le proprietà della pianta stessa, quel gusto amaro che contraddistingue il Vermouth è il principio attivo che ha proprietà digestive e corroboranti. Il nome Vermouth altro non è che la parola assenzio tradotta in lingua tedesca
Il Vermouth diventa uno status symbol
L’invenzione del Vermouth liquore è stata attribuita a chi ha reso celebre il prodotto. Tutto inizia per caso in una bottega, per la produzione e vendita di liquori, famosa nel Torinese.
Era il 1782 quando Antonio Benedetti Carpano mastro vinaio e conoscitore delle erbe, soleva deliziare i propri clienti con sorprendenti vini aromatizzati grazie all’ aggiunta di erbe e spezie, passione che aveva reso la sua bottega un luogo già molto frequentato nel Torinese.
Mescolare al vino moscato le cime della pianta di assenzio e una miscela di spezie, fu questo il ritrovato, probabilmente ripreso dalla conoscenza storica di questo bravo erborista, a rendere ancora più famosa la bottega, le richieste per questo prodotto si fecero sempre più numerose .
L’inaspettato successo riscosso dal Vermouth convinse Carpano delle grandi potenzialità di quella piacevole bevanda, apprezzata da tutti sia come aperitivo che come digestivo. Decise di farne omaggio al Re di casa Savoia al quale piacque a tal punto da farne un prodotto di uso abituale a palazzo.
La notizia fece aumentare notevolmente il prestigio del liquore, le richieste del Vermouth furono così tante che la famiglia Carpano nei primi del 1800 rese industriale la produzione, nacque la fabbrica di liquori e Vermouth Carpano. Seguirono la ditta Bosca (1831), ditta Cora (1835), ditta Gancia (1850), ditta Cinzano (1860), ditta Martini (1863).
Il Vermouth nel mondo
Il Vermouth prese la via del mare grazie al grande flusso migratorio di italiani in sud America intorno alla metà del 1800, per diventare un liquore di uso comune prima nelle colonie di emigrati italiani, successivamente conquistò tutto il territorio.
Utilizzato come base nella preparazione di diversi cocktail come il famosissimo Manhattan che vede i suoi natali intorno a meta del 1800.
Il Vermouth si compone al 75% di vino che può essere nero bianco o rosè. A seconda dello zucchero presente può essere denominato extra secco, secco o dolce in questo ultimo caso l’apporto di zucchero supera i 130 gr per litro.
Per il prodotto autoctono Torinese l’artemisia viene coltivata in loco e il contenuto si aggira intorno ai 0.50 grammi per litro, oltre a questo ingrediente molte altre piante tra le quali la camomilla romana, l’anice, lo zafferano e diverse spezie aromatizzate vengono aggiunte in proporzioni diverse a seconda della ricetta che è mantenuta segreta da ogni produttore.







