Gli amari hanno secoli di storia alle loro spalle. Al tempo dei Romani i medici erano soliti prescrivere ai pazienti infusi di erbe aromatiche per curare diverse patologie, come reumatismi, dolori e traumi.
La nascita degli amari
Con le tecniche alchemiche portate dagli arabi, da sempre esperti in elisir, questi infusi sono poi divenuti parte della fitoterapia, praticata da monaci e farmacisti.
Negli antichi conventi sono state elaborate centinaia di ricette di amari, tonici e infusi corroboranti. Gli ingredienti utilizzati in queste ricette restano però spesso oscuri, poiché gelosamente custoditi dai monaci che praticavano l’alchimia al riparo delle possenti mura dei loro conventi.
Come produrre un amaro?
Molti dei più famosi amari devono la loro nascita alla brillante intuizione di un monaco o agli esperimenti di un farmacista, che ha poi tramandato con passione la propria ricetta.
Questa tradizione si è sviluppata anche grazie alla grande varietà della flora presente in Italia. Da sempre il nostro paese ha fornito un’abbondanza di erbe aromatiche e radici, che sono state sapientemente mixate insieme per ottenere un risultato sorprendente.
Oggi i liquori sono una miscela di erbe aromatiche, spezie, erbe medicinali e radici che provengono da tutto il mondo. Fra i vegetali più spesso utilizzati troviamo il coriandolo, la vaniglia, lo zenzero, il garofano, il rabarbaro, la genziana e il ginepro.
Per ottenere un ottimo amaro sono indispensabili ingredienti di qualità e una sapiente miscelazione.
Gli ingredienti vengono divisi in base al processo a cui devono essere sottoposti, che può essere quello dell’infusione o quello della distillazione. Il liquido viene poi decantato e filtrato, oppure unito al prodotto della distillazione di altri ingredienti, a seconda dell’amaro che si vuole ottenere.
Alla fine di questo processo, vengono aggiunti alcol etilico e sciroppo di zucchero, il tutto viene poi miscelato e lasciato riposare per un periodo che varia in base al risultato desiderato.
Classificazione degli amari
Gli amari possono essere suddivisi in forti, medi, leggeri e dolci in base alle loro caratteristiche e gli ingredienti con i quali vengono prodotti.
Amari forti
Detti anche amarissimi, sono i liquori che vengono consumati prevalentemente dopo i pasti. Vengono quindi sorseggiati come digestivi, hanno una gradazione superiore ai 40 gradi e presentano un gusto fortemente amaro, senza note dolci. In questa categoria, troviamo l’Unicum, il Fernet Branca, il Petrus Boonekamp, ecc..
Amari medi
Questi amari hanno una gradazione alcolica tra i 30 e i 36 gradi, presentano un sapore definito e amaro, tendente al secco. Alcuni esempi possono essere l’Averna, il Ramazzotti, il Montenegro e lo Jagermeister.
Amari leggeri
Hanno un gusto tendente al dolce, poiché al loro interno è presente dello zucchero. Hanno una gradazione che va dai 16 ai 31 gradi. Possono essere consumati come aperitivi o blandi digestivi. In questa categoria troviamo i Rabarbari e le Chine.
I rabarbari sono liquori a base di rabarbaro, dal gusto corposo ed avvolgente con una leggera punta di amarognolo, mentre le Chine sono amari ottenuti dalla macerazione della corteccia essiccata della China insieme ad altre erbe aromatiche.
Amari dolci
L’estro italiano ha portato alla produzione di un amaro dolce, ossia un liquore che presenta un retrogusto dolciastro. Citiamo ad esempio l’Amaretto Disaronno, che ha una gradazione di 28° e un aroma alla mandorla.






